lunedì 2 agosto 2010

De lamentatione.

Da L'orologio di Bologna di Margherita Guidacci (1981)


De lamentatione
Vau
Vengono i venditori di oblio, offrono la loro merce, sicuri del lucro:
perché la mente ubriaca di pena e terrore chiede soltanto l'oblio.
Aleph
All'incrocio di strette viuzze o nell'ombra di porticati
fanno scambi guardinghi, e le fitte di un'estasi mortale si diramano nel sangue.
Jod
In stadi, giardini e teatri, nel turbinio di luci e bandiere,
davanti a palchi infiorati o ad arene in tumulto
accorre docile la folla che cela in sé future vittime.
Daleth
Dentro le nostre case, a un semplice comando,
sfrecciano sogni bianconeri o sporcamente colorati
a distrarci dagli universi che si sgretolano.
Aleph
A che vale dar feste su una nave che affonda?
Forse l'orchestra coprirà lo sciabordio,
ma non toglierà il peso dell'acqua entrata dalla falla.
Samech
Smarrire la coscienza del male è un altro male
e si somma col primo, non gli pone rimedio.
...
Echi finali
Dalla prima stella di sangue nasce tutto un firmamento.
La morte ha fatto il nido in tutti i nostri orologi.
Il mio dolore mi sta sempre davanti.
La giovane dalla schiena spezzata, i fanciulli arsi.
Le macerie dei corpi tra le macerie dei muri.
Chi ci darà coraggio? Dov'è la nostra speranza?
Alto si leva il lamento sopra le nostre vie.
Patria dell'uomo è l'uomo e noi siamo tutti in esilio.
...

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