mercoledì 20 ottobre 2010

Contro chi il pugno di ferro del presidente ceceno?

Colpisce il modo con cui ieri è stata data la notizia dell'attacco al Parlamento ceceno. Subito alla mattina (è successo alle 8.45 locali, le nostre 6.45) le agenzie russe assicuravano che la situazione era stata normalizzata e che i terroristi erano stati tutti uccisi (anzi, secondo le dichiarazioni di Kadyrov, "unižtožennye", annientati). La dinamica a lungo non è stata chiara (c'era stato un kamikaze che si è fatto esplodere o si è "solo" sparato? Non è chiaro nemmeno quanti fossero i morti e quanti i terroristi (forse uno è scappato?), il balletto delle cifre continua. Per molte ore nessuno ha nominato il Ministro degli Interni della Federazione Russa che era in visita proprio a quel Parlamento. Così non si mostra quanto siano pensati e parte di un piano preciso questi attentati che dimostrano una volta di più che la pax russa in Cecenia non è pace per niente. Le "istituzioni" continuano a essere bersaglio di piccole azioni mirate dei ribelli (ad agosto era stata presa di mira una delle super controllate residenze del presidente Kadyrov).
La versione ufficiale, in Cecenia grazie al pugno di ferro di Kadyrov è tutto a posto, non regge. Ma il pugno di ferro si sente, solo che si abbatte sulla popolazione e sulle donne in particolare. Ricordo le ultime vittime: Natal'ja Estemirova e Zarema Sadulaeva (uccisa con il giovane marito, Alik Džabrailov, qualche settimana prima di venire in Italia per l'associazione Salviamo la generazione). Brutali assassini di operatori dei diritti umani che dopo più di un anno non hanno ancora avuto un nome. E i sospetti sono inquietanti. Tre giorni fa, il 17 ottobre, un'altra donna impegnata per i diritti umani è stata aggredita e picchiata, insieme alla figlia di 18 anni, da sconosciuti in mimetica che avevano fatto irruzione nel suo appartamento. Infine, le donne sono continuamente vittima di violenze e minacce, perfino se non portano il velo, cosa poco comune per la Cecenia.
Il 30 ottobre sarà a Torino Adlan Mukhamedov, presidente dell'associazione per cui lavorava Zarema che si occupa di ridare una vita normale ai bambini ceceni sottoposti a violenze inimmaginabili: Salviamo la generazione. L'incontro è organizzato dall'associazione Mondo in cammino. L'assemblea di MiC si terrà sabato 11 dicembre a Carmagnola e promette di essere un momento ricco e stimolante. Ma ne riparleremo.

La foto viene dall'informatissimo sito "osservatorio balcani e caucaso"

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