A tutti l'augurio di un sereno periodo di riposo e tranquillità, anche il blog va un po' in vacanza. Torno per l'Epifania per sorprendere i Magi alla ricerca della Stella (Pasternak e Brodskij)...
e magari qualche dolcetto!
"In molti versetti la maternità immacolata di Maria viene paragonata al passaggio del Mar Rosso da parte degli Ebrei. /.../ Ma in che cosa hanno visto il prodigio due epoche diverse, quella antichissima, primitiva, e la moderna, post-romana, che aveva fatto un grande passo in avanti? Nel primo caso, per ordine di un capo del popolo, il patriarca Mosè, e a un tocco del suo bastone magico, il mare si apre, lascia passare un intero popolo, una massa umana composta di centinaia di migliaia di esseri, e quando l'ultimo è passato, si richiude, ricopre e sommerge gli inseguitori egiziani. Un evento spettacolare secondo lo spirito dell'antichità: l'elemento naturale docile alla voce magica, un numero sterminato di persone che fa ressa, come le truppe romane durante le spedizioni, un popolo e un capo, cose visibili e udibili, che sbalordiscono.
Nell'altro caso, una fanciulla, la normalità alla quale il mondo antico non avrebbe rivolto attenzione, dà in silenzio e in segreto la vita a un bambino, e dà al mondo la vita, il miracolo della vita. /.../ Quella ragazza partorisce non per cause fisiologiche, ma per un prodigio, per un'ispirazione. E' la stessa ispirazione sulla quale il Vangelo, che contrappone alla normalità l'eccezionalità e ai giorni feriali la festa, vuol edificare la vita ad onta di ogni costrizione. /.../ In qual modo dunque una singola circostanza umana, insignificante dal punto di vista dell'antichità, diventa invece per il cielo equivalente all'emigrazione di un popolo intero? /.../ Una singola vita umana è diventata la storia di un Dio, ha riempito del suo contenuto tutto lo spazio dell'universo. Come si dice in un cantico dell'Annunciazione, Adamo voleva diventare Dio e sbagliò, non lo divenne, ma ora Dio diventa uomo per fare di Adamo un Dio." B. Pasternak, Il dottor Živago, libro XIII, cap. 17 (trad. Zveteremich, con qualche modifica)
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