domenica 5 febbraio 2017

L'insonnia di Puškin



VERSI COMPOSTI DI NOTTE IN TEMPO D'INSONNIA

Non dormo, non ho lume;
Buio ovunque, tetro torpore.
Il monotono ticchettio delle ore
Solo mi picchietta accanto,
Donnesco balbettare della parca,
Palpito della notte addormentata,
Fuga topigna della vita...
Perché mi turbi tu?
Che significhi, noioso borbottio?
Rimbrotto o protesta
Del giorno da me perso?
Da me che cosa vuoi?
Chiami o predici?
Io ti voglio intendere,
Cerco un senso in te...

1830


Il sogno è profetico, porta voci di angeli o suggerimenti divini che danno qualche risposta, un po’ sibillina, per la verità; oppure disegna nuovi scenari, dispiega potenzialità non ancora contemplate o ancora rivela lati oscuri che ci appartengono e non conoscevamo.
Ma la penna dei poeti scricchiola volentieri di notte, quando la mente rumina e il vuoto si riempie di brontolii indistinti. Quello non è il tempo delle risposte. Sono le domande che si succedono ansiose e urgenti. E’ il tempo, nel momento in cui più sembra svuotarsi e farsi nullo, che viene preso per il collarino e interrogato.


Questo è un esempio di come Puškin possa partire dalla situazione più concreta e contingente per toccare corde che ci risuonano dentro intime e universali. Lo riesce a fare attraverso esili fili di associazioni e rimandi vertiginosi. Cosa c'è in fondo in questa poesia? Il poeta è nella sua casa di campagna a Boldino. Tutto tace e lui non dorme. Il pendolo batte le ore e fa tic tac. In solaio scorrazzano i topi. Anche la domanda di senso rivolta al corso delle ore, o dell'orologio (in russo la parola è la stessa al plurale) è concreta e parte dal minimo esame di coscienza, che viene istintivo a ognuno di noi, sul giorno perso, sul tempo sprecato. E la Parca? La sua voce risuona sinistra, chissà, nell'ansito di qualche donna di servizio (la njanja no, Arina Rodionovna era morta due anni prima) che riposa lì accanto.

Da in qui in poi, dove trovate un topo, e magari un tetrametro trocaico, ci sono sotto proprio questi versi.
Ma tutta la volontà di capire, tutto l’umanissimo impulso di trovare un senso al vuoto e al buio, trova riposo solo in tre puntini di sospensione…

Questo è l'originale


СТИХИ, СОЧИНЕННЫЕ НОЧЬЮ ВО ВРЕМЯ БЕССОННИЦЫ

Мне не спится, нет огня;
Всюду мрак и сон докучный.
Ход часов лишь однозвучный
Раздается близ меня,
Парки бабье лепетанье,
Спящей ночи трепетанье,
Жизни мышья беготня...
Что тревожишь ты меня?
Что ты значишь, скучный шепот?
Укоризна, или ропот
Мной утраченного дня?
От меня чего ты хочешь?
Ты зовешь или пророчишь?
Я понять тебя хочу,
Смысла я в тебе ищу...

1 commento:

  1. Eh, sì, gli psicologi e psicoanalisti si affannano a scrivere libri interi sul significato dei sogni e delle fantasticherie notturne. Poi viene un "Poeta" e in pochi versi te ne fa l'esatta sintesi...

    RispondiElimina