sabato 11 aprile 2020

La Settimana santa con Živago (Sabato Santo)

7/ Sabato Santo: Nella Settimana Santa di Boris Pasternak

Chiesa di San Salvatore in Chora

 



Ieri tra le brume dell’incoscienza e l'annichilimento serpeggiava la necessit svegliarsi e alzarsi: risorgere. E' quello “sforzo di risurrezione” di cui parlano gli ultimi versi della poesia di Živago, La settimana santa. E' la ripresa del canto liturgico del Sabato Santo Che taccia ogni carne umana. Fa memoria del brano di Zaccaria (2, 13) che parla delle promesse di Dio a Gerusalemme: «Che taccia ogni carne umana in presenza dell'Eterno! poich'egli s'è destato dalla sua santa dimora».
Quello sforzo di resurrezione è ben dipinto negli affreschi del monastero di Chora (Istanbul) che mostra bene la faticaccia di Adamo ed Eva che escono dalla tomba, certo aiutati dalla mano potente del Salvatore, ma guardate loro, che movimento dinamico e sforzato per disincargliarsi dalla tomba!
Buona Pasqua, buon sforzo di liberazione!



NELLA SETTIMANA SANTA

Ancora intorno tenebra di notte
Ancora è tanto presto al mondo
Che in cielo non si contan le stelle,
E ognuna, come il giorno, brilla.
E se potesse la terra
Passerebbe la Pasqua dormendo,
Alla lettura del Salterio.

Ancora intorno tenebra di notte
E' tanto presto al mondo
Che per l'eternità si è stesa
La piazza dal crocicchio al canto.
E fino all'alba e al tepore
Manca ancora un millennio.
Ancora la terra è nuda e spoglia,
E nelle notti non sa come
Spiegare le sue campane
E dar eco ai cantori dall'aria libera.

E dal Giovedì Santo
fino a tutto il Sabato Santo,
L'acqua trapana le rive
E inanella mulinelli.
E il bosco è spoglio e scoperto,
E nella Settimana di Passione,
Sta come schiera di oranti,
Folla dei tronchi di pino.

Ma in città, in un piccolo
Spazio, come a un convegno,
Gli alberi guardano nudi
Tra le inferiate delle chiese.

E il loro sguardo è colmo d'orrore.
Si capisce la loro ansia.
I giardini escono dai recinti,
Vacilla l'ordinamento della terra:
Si seppellisce Dio.
E vedono una luce all'iconostasi
E il sudario nero e dei ceri la fila,
I volti in pianto:
E improvvisa la processione
Gli si para davanti con l' Epitaphios,
E le due betulle all'ingresso devono scostarsi.

E gira intorno allo spiazzo il corteo
Sul ciglio del marciapiede,
E dalla via porta sul sagrato
Primavera e chiacchiere di primavera
E un'aria sapida di ostie
E d'ebrietà primaverile.

E marzo sparge la neve
Sul sagrato alla folla degli storpi,
Come se l'Uomo fosse uscito
E portasse e aprisse il ciborio,
E tutto distribuisse, fino in fondo.

E il canto dura fino all'aurora,
E, singhiozzati a sazietà,
Dall'interno sommessi giungono,
Sugli spiazzi sotto i lampioni,
Il Salterio o gli Atti.

Ma tacerà a mezzanotte il creato e la carne,
Avendo udito le voci della primavera
Che, solo appena si faccia bello,
La morte si potrà vincere
Con lo sforzo della risurrezione.

На Страстной

Еще кругом ночная мгла.
Еще так рано в мире,
Что звездам в небе нет числа,
И каждая, как день, светла,
И если бы земля могла,
Она бы Пасху проспала
Под чтение Псалтыри.

Еще кругом ночная мгла.
Такая рань на свете,
Что площадь вечностью легла
От перекрестка до угла,
И до рассвета и тепла
Еще тысячелетье.
Еще земля голым-гола,
И ей ночами не в чем
Раскачивать колокола
И вторить с воли певчим.

И со Страстного четверга
Вплоть до Страстной субботы
Вода буравит берега
И вьет водовороты.
И лес раздет и непокрыт,
И на Страстях Христовых,
Как строй молящихся, стоит
Толпой стволов сосновых.

А в городе, на небольшом
Пространстве, как на сходке,
Деревья смотрят нагишом
В церковные решетки.

И взгляд их ужасом объят.
Понятна их тревога.
Сады выходят из оград,
Колеблется земли уклад:
Они хоронят Бога.
И видят свет у царских врат,
И черный плат, и свечек ряд,
Заплаканные лица —
И вдруг навстречу крестный ход
Выходит с плащаницей,
И две березы у ворот
Должны посторониться.

И шествие обходит двор
По краю тротуара,
И вносит с улицы в притвор
Весну, весенний разговор
И воздух с привкусом просфор
И вешнего угара.
И март разбрасывает снег
На паперти толпе калек,
Как будто вышел Человек,
И вынес, и открыл ковчег,
И все до нитки роздал.

И пенье длится до зари,
И, нарыдавшись вдосталь,
Доходят тише изнутри
На пустыри под фонари
Псалтирь или Апостол.

Но в полночь смолкнут тварь и плоть,
Заслышав слух весенний,
Что только-только распогодь,
Смерть можно будет побороть
Усильем Воскресенья.

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