martedì 4 maggio 2010

La preghiera dello Stalker

«Che si avverino pure i loro desideri. Che possano crederci. E che possano ridere delle loro passioni; infatti ciò che noi chiamiamo passione in realtà non è energia spirituale ma sono un attrito fra l’anima e il mondo esterno. E soprattutto che possano credere in se stessi. E che diventino indifesi come bambini, perché la debolezza è grande e la forza è niente. Quando l’uomo nasce è debole e flessuoso, quando muore è forte e indurito. Quando l’albero cresce è tenero e flessibile, e quando è secco e forte esso muore. Rigidità e forze sono i compagni della morte, debolezza ed elasticità esprimono la freschezza dell’essere; ciò che si è irrigidito non vincerà»

La preghiera dello Stalker, o forse solo un pensiero. Tarkovskij è lieve, non specifica, accenna. E lo Stalker è una nuova apparizione dell'Idiota, figura cristica che dice dell'impossibilità di rappresentare il Cristo con i mezzi dell'arte e forse anche della vita piccola che viviamo. E al tempo stesso paradossalmente lo rappresenta. Con lo scacco, sviando. Come le parabole del Vangelo che lungi dal semplificare, complicano e rendono difficile il cammino. Così la testimonianza, lieve, nascosta nella normalità, al limite del silenzio?

Ho rubato la foto al bellissimo blog http://giulianocinema.blogspot.com/. Grazie!


2 commenti:

  1. ...e io l'ho rubata ad Andrej Tarkovskij, spero che me lo perdoni!
    Grazie!

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  2. Io rubo la preghiera...a chi devo chiedere perdono? Al Capo, direttamente?
    Ho rivisto da poco Stalker e ogni volta - come l'Idiota - svela qualcosa di nuovo, o meglio, io riesco a riesco a catturare qualche nuova vibrazione.
    Grazie!

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