mercoledì 30 giugno 2010

Né riccio, né lupacchiotto e neanche Akakij

L'opera di Norštejn non si limita a queste sue opere famose. Ad esempio, egli ha lavorato a lungo come animatore di pupazzi. E la pratica acquisita si vede oggi da come egli lavora con le sue immagini ritagliate, da come le fa muovere in modo fluido, senza scatti burattineschi. In particolare, una sua collaborazione "nascosta" che mi ha colpito è quella al famosissimo 38 pappagalli (38 popugaev, 1976-1979...) di Grigorij Oster.
Oster è uno scrittore per l'infanzia che ha avuto molto successo negli ultimi anni. Lo si può avvicinare al nostro Gianni Rodari (del resto anche lui molto più famoso in Russia che in Italia), non solo per un'indubbia influenza che lo scrittore italiano ebbe su quello russo, ma per la genesi comune nel debito che entrambi gli scrittori ebbero con gli esperimenti linguistici delle avanguardie.
In Russia ciò è tanto più pertinente perché l'ultimo e più tragico esito delle avanguardie storiche si colloca tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta, in particolare in un gruppo di scrittori dell'assurdo e assume inevitabilmente una connotazione anche storico-politica. Durante il Grande Terrore, il gioco con il linguaggio, la dissoluzione dei suoi meccanismi referenziali tipica del modernismo si trasforma nella tragica presa d'atto che in un mondo assurdo non è più possibile alcuna referenza. Tutti questi autori scrivevano per l'infanzia, che per qualche tempo rappresentò la loro unica possibilità di sopravvivere e che, da un lato era massimamente didattica e ideologica (lo scrittore era un ingegnere di anime), dall’altra invece una fragile isola di libera fantasia non condizionata dagli imperativi del sistema, grazie a grandi personaggi come Charms, Čukovskij e Maršak.
Oster parte da questa tradizione e dalla grande lezione di Kornej Čukovskij, che rifiutava l'approccio moralistico didascalico della lettura per l'infanzia dominante e cercava di entrare nella testa dei bambini per operare un allegro esercizio maieutico: le tematiche anticonformiste dei suoi versi che attraverso il nonsense e il paradosso si permettono di parodiare il potere. Allora, si capisce perché la letteratura per i bambini in Russia è sempre stata cosa da grandi.
In italiano di Oster abbiamo due libri: uno è Il libro del cibo sano e appetitoso dell'orco (tradotto da Silvia Burini e Alessandro Niero) l'altro, Una favola tutta intera, a cura della sottoscritta.

2 commenti:

  1. Sospettavo che avessi "le mani in pasta" in tutta la faccenda e ti faccio i complimenti.
    La letteratura per ragazzi a volte è sorprendente, quando a scrivere naturalmente sono adulti che conservano l'incanto e il cuore aperto alla meraviglia...
    Io ho sempre raccontato molte storie( fiabe tradizionali ed improvvisate da me, miti e leggende di tutti i tipi e paesi) divertendomi sempre come se le ascoltassi anch'io per la prima volta. E' l'unico modo per mantenere sveglia l'immaginazione e quindi la possibilità di non fossilizzarsi per noi, per i nostri figli ed ora per i nipotini( per me almeno).

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  2. eh eh anch'io sto aspettando i nipoti, nonna Candida sarebbe un po' come nonna papera... :) ma mi sa che dovrò aspettare ancora, non si profila niente all'orizzonte.
    E' vero che a raccontare si scoprono cose inaspettate...
    Purtroppo non mi occupo proprio di letteratura per ragazzi, cosa che vorrei fare prima o poi. Ho solo tradotto qualcosa per Salani.

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