Se le due barchette, quella di Tolstoj e quella di Čechov, beccheggiano in modo così diverso come li metto insieme, allora? Come li metto insieme allora?
Innanzitutto, l'avanzare a testa bassa di Tolstoj verso la verità, come diceva Nabokov non è segno di un'ideologia tutta di un pezzo, intesa come schema da applicare ai casi della vita (vedi uuna certa insofferenza per il tolstojsmo dello stesso Tolstoj!). Anzi, ci sono tanti esempi che vengono in mente: l'ottava parte di Anna Karenina, quando Koznyšev chiede a suo fratello Levin se ucciderebbe un Turco che sta per fare male a un bambino di fronte ai suoi occhi, Levin risponde che non lo sa, dovrebbe decidere al momento. Se pur debole teoricamente, è proprio quello che avrebbe detto Tolstoj. Nessuna regola può decidere preventivamente perché gli eventi sono imprevedibili... La cosa giusta è sviluppare durante tutta la vita un buon senso morale che non si lasci intrappolare dall’astrattismo rigido della teoria. Questo sicuramente a Čechov sarà piaciuto molto.
“La vita è una faccenda quotidiana”. In Guerra e pace Pierre solo alla fine vede veramente la vita intorno a sé; prima nel vicino e comprensibile egli vedeva solo insignificanza e meschinità. Eppure, Dio deve avere amato gli eventi ordinari se ne ha creati così tanti. Tolstoj riempe i suoi romanzi di dettagli quotidiani e Čechov è il suo erede.
Tolstoj spesso usa nelle sue descrizioni tratteggiare minute alterazioni della coscienza. Il principe Andrej è fuori dalla porta mentre la moglie sta morendo di parto. Sente un bambino piangere e per una frazione di secondo si chiede perché mai avessero portato lì un bambino. Molto spesso ci si riconosce quando si legge Tolstoj perché lui ci mostra la nostra psiche come un fascio complesso di tanti fattori. Dostoevskij nell'Idiota parla dei doppi pensieri – e così facendo va a rovistare nelle profondità metafisiche del male e del bene che abitano dentro di noi. Tolstoj analizza questi doppi pensieri e li sdoppia, quadruplica, ottuplica, sediciuplica... Cerca di rendere ragione della complessa stratificazione che viene già prima di quelle profondità metafisiche, una stratificazione fatta di minutaglie che però muovono la vita. Ne La morte di Ivan Il'ič la moglie del protagonista è un'arpia, ma non è un mostro, Tolstoj ci fa vedere che l'irritazione, la cattiveria le monta dentro suo malgrado, ci fa vedere anche che Ivan lo capisce benissimo e ci fa vedere che lui pure non riesce a vincere l'insofferenza verso di lei. La vita è in gran parte fatta di piccoli moti, pensieri repentini che affiorano e scompaiono senza che noi abbiamo nemmeno il tempo di dar loro un nome.
Sempre Tolstoj afferma che Raskol’nikov vive la sua vera vita non quando formula le sue teorie, ma quando sul suo lettuccio pensa alle cose più normali quotidiane. Il delitto è il risultato non delle teorie o di un piano, ma da un clima mentale, tanto che Raskol’nikov non sa dire precisamente quale idea davvero avesse in mente quando ha ucciso.
Anche in questo Čechov è tolstojano. Anzi, porta all'estremo idee e procedimenti di Lev Nikolaevič, mescolando ciò che è importante e ciò che sembra non esserlo, scompigliando le gerarchie che noi impiantiamo per illuderci di avere il polso della situazione. "Veritiero fino all'illusione", sembra che Tolstoj così abbia definito questo geniale impasto di realismo di superficie e profondo simbolismo čechoviano, dove le idee spesso non sono altro che un abito del personaggio, un modo per identificarlo o, peggio, anzi per giustificarne l'esistenza. Una sorta di maschera. Valga per tutti lo stoicismo del dottor Ragin in una Corsia numero 6, usato anche per giustificare la sua inettitudine e pigrizia.
"realismo di superficie e profondo simbolismo", non potrebbe esserci sintesi più completa per il genio cechoviano.
RispondiEliminaSono anche perfettamente d'accordo su tutto il resto. Proprio per l'aderenza continua alla vita, (pur nella grande diversità dei temperamenti) che hai così bene messo in evidenza, sono tutti e due completamente attuali e continuano ad essere grandi maestri.