lunedì 15 novembre 2010

Levitan (terza parte). Dimora di pace

Ecco come l'amico Čechov descrive questo quadro nel racconto Tre anni, facendolo diventare un punto cardine della storia e della maturazione spirituale di Julija, la protagonista, che entra nel quadro e non sarà più come prima (il tutto succede, tra l'altro, come spesso nell'ultimo Čechov, durante la settimana santa).

"Quando furono tutti stanchi e Laptev andò a cercare Kostja per andare a casa, Julija si fermò davanti a un piccolo paesaggio e lo guardava con indifferenza. In primo piano c'era un fiume, sopra di esso un ponticello di legno, sulla riva di fronte un sentierino che spariva nell'erba scura, un campo poi a destra un pezzetto di bosco, dinnanzi ad esso un falò: forse facevano la guardia per la notte. E in lontananza ardeva l'ultima luce della sera. Julija s'immaginò di passare per il ponte, poi sul sentiero, avanti, sempre più avanti e c'è pace tutto intorno, gridano le quaglie insonnolite, di lontano balugina una luce.



E per qualche ragione tutt'a un tratto cominciò a sembrarle di aver già visto tempo prima, e non una volta sola, proprio quelle nuvolette che striavano il cielo dov'era rosso, e il bosco e il campo, si sentì sola e le venne voglia di andare, andare per il sentierino; e là dove c'era 'ultima luce della sera si era deposto il riflesso di qualcosa di non terreno, eterno.
Com'è ben dipinto!” si mise a dire, stupita che il quadro le fosse diventato tutt'a un tratto comprensibile. “Guarda, Aleša! Non vedi che pace c'è qui?”
Cercava di spiegare perché quel paesaggio le piacesse tanto, ma né il marito né Kostja la capivano. Continuava a guardarlo con un sorriso triste e la inquietava il fatto che gli altri non ci trovassero niente di speciale..." A.P. Čechov, Tri goda, Polnoe sobranie sočinenij i pisem, vol. IX, Nauka, Moskva 1977, pp. 65-66.


In realtà Čechov unisce due dipinti di Levitan. L'altro, con il falò e il cielo serotino, è questo:

Nessun commento:

Posta un commento