La poesia che Achmatova ha scritto sul quadro di Achmatova si conclude dunque con un senso di angoscia e straniamento di fronte alla nuova immagine di se stessa. Con l'andare del tempo però l'insofferenza verso quel ritratto cresce notevolmente. Questo è quello che testimonia Lidija Čukovskaja, la fedele registratrice delle conversazioni con Achmatova. Il 3 gennaio 1957, cioè dopo 43 anni, parlando delle memorie di Bunin, mi pare, Achmatova afferma: "L'autore sostiene che io ero assolutamente somigliante al ritratto di Al'tman, ma io non l'ho mai pensato. Quel ritratto non ha alcuna pretesa di somiglianza: è una chiara stilizzazione, provate a confrontare con le mie fotografie del tempo..."
Tempo dopo, nella notte tra il 30 e il 31 ottobre sembra continuare il discorso: "Anna Andreevna... si mise a mostrarmi l'album con le sue foto da giovane e le fotografie dei ritratti. Ha di nuovo ripetuto di non amare il ritratto di Al'tman, come "qualsiasi altra stilizzazione nell'arte".
Eppure non sembrava pensarla così a suo tempo, quando descriveva le sedute di posa e le incursioni con Al'tman sul tetto (andavano a trovare un altro pittore e sua moglie, un certo Belkin che in seguito dipingerà anche lui più volte Achmatova).
Per capire qualcosa di più forse sarà meglio risalire leggermente indietro nel tempo, un po' prima del nostro ritratto. Continua...
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