Oggi, 20 novembre, ricorre il centenario della morte di Tolstoj. Non so perché molti hanno festeggiato il 7 novembre (la data secondo il calendario giuliano, indietro di 13 giorni nel Novecento rispetto al nostro gregoriano).
Ma c'è anche chi non ha festeggiato per niente o lo ha fatto stranamente in sordina: la Russia ufficiale, nonostante gli sforzi di Vladimir Tolstoj, il propronipote dello scrittore, direttore dil museo di Jasnaja Poljana. Medvedev, che qualche mese fa per il 150° della nascita di Čechov si era precipitato a deporre un fiore fino a Jalta (forse doveva dimostrare la russicità di un territorio ormai non più russo - Jalta, la casa di Čechov, è in Ucraina ora), per Tolstoj non ha ritenuto opportuno muoversi.
Ma tutto questo lo racconta meglio qui Rosamund Bartlett, autrice della nuovissima biografia su Tolstoj, che sto aspettando con ansia e di cui vi racconterò. Qui una delle prime recensioni.
Sì, bisogna proprio inviare un pensiero al Grande Vecchio. Mai come adesso le sue appassionate idee sulla fraternità e sulla giustizia, anche se a volte contraddittorie ed utopistiche, ci mancano. E' persino imbarazzante continuare a parlare della sua grandezza in campo letterario, senza cercare di avvicinarsi anche alla complessità del suo tormento per la sorte dell'umanità.
RispondiEliminaTempo fa, in un seminario sull'"educazione della funzione di sentimento" mi sono fermata su qualche pagina dei diari di Tolstoj, traendo numerosi spunti. Continuo a ringraziarlo come posso.
sono cose buffe...stilano così anche gli oroscopi! una volta mi dicevo: ma se queste cose le ho imparate io, un giornalista professionista, magari...Mah! (oggi col computer sarebbe facilissimo correggersi).
RispondiEliminaE dunque, viva Tolstoj!
Viva Tolstoj davvero. E hai ragione, Marisa, non si può distinguere nei grandi la letteratura e il pensiero. Anna Karenina e le cose che hanno fatto innamorare Gandhi hanno un nocciolo comune.
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