Nel 1914, il pittore Natan Al'tman dipinge questo celeberrimo ritratto di Anna Achmatova. Anche grazie a questo quadro l'immagine di Achmatova diventa molto presto un tema artistico e poetico, tanto che nel 1925 viene pubblicata una piccola antologia proprio intitolata così, L'immagine di Achmatova, una raccolta di versi a lei dedicati. La maggioranza di essi erano soprattutto visuali, ne davano un'immagine densa, un lampo, un ritratto, come questo di Al'tman. Cvetaeva, invece, farà un suo ritratto sonoro soprattutto: "Achmatova, questo nome è un enorme sospiro!".
Ma, divago, oggi volevo riportare una poesia scritta da Achmatova stessa che racconta delle sue sedute di posa nello studio di Al'tman.Lasciato il bosco della patria sacra
E la casa dove la Musa del Pianto languiva,
Io, calma, allegra, vivevo
Sulla bassa isola, quasi una zattera
Incagliata nel delta sontuoso della Neva.
O, arcani giorni d'inverno,
E l'amato lavoro, e la leggera stanchezza,
E le rose nella brocca della toilette!
Era il vicolo pieno di neve e corto
E di fronte alla porta a noi rivolti con l'altare
Costruiranno di Santa Caterina la chiesa.
Uscivo tanto presto di casa
Spesso per la neve intonsa invano
Le mie tracce di ieri cercando
Sul manto pallido e puro,
E, per il fiume, dove, come piccioni, le golette,
stringendosi l'una all'altra dolcemente,
Fin primavera vagheggiano il grigio litorale,
Mi avvicinavo al vecchio ponte.
La stanza, simile a una gabbia,
Estremo sottotetto di greve e rumorosa casa,
Dove, lucherino, davanti al cavalletto fischiava,
E si lamentava allegro, e triste
Della gioia sfumata parlava.
Come uno specchio, angosciata guardavo
La tela grigia e di settimana in settimana
Sempre più amara e strana era la somiglianza
Mia con la mia immagine nuova.
Ora non so dove sia l'amato artista,
Con cui dalla mansarda azzurra
Per la finestra sul tetto uscivo
E sull'abisso mortale lungo il cornicione
Andavo per vedere neve, Neva e nuvole,
Ma sento che le Muse nostre son amiche
D'amicizia spensierata e incantevole
Come fanciulle che non conoscono amore.
1914-16
Покинув рощи родины священной
И дом, где Муза Плача изнывала,
Я, тихая, веселая, жила
На низком острове, который, словно плот,
Остановился в пышной невской дельте.
О, зимние таинственные дни,
И милый труд, и легкая усталость,
И розы в умывальном кувшине!
Был переулок снежным и недлинным
И против двери к нам стеной алтарной
Воздвигнут храм святой Екатерины.
Как рано я из дома выходила,
И часто по нетронутому снегу
Свои следы вчерашние напрасно
На бледной, чистой пелене ища,
И вдоль реки, где шхуны, как голубки,
Друг к другу нежно, нежно прижимаясь,
О сером взморье до весны тоскуют,—
Я подходила к старому мосту.
Там комната, похожая на клетку,
Под самой крышей в грузном, шумном доме,
Где он, как чиж, свистал перед мольбертом,
И жаловался весело, и грустно
О радости небывшей говорил.
Как в зеркало, глядела я тревожно
На серый холст, и с каждою неделей
Все горше и страннее было сходство
Мое с моим изображеньем новым.
Теперь не знаю, где художник милый,
С которым я из голубой мансарды
Через окно на крышу выходила
И по карнизу шла над смертной бездной,
Чтоб видеть снег, Неву и облака,—
Но чувствую, что Музы наши дружны
Беспечной и пленительною дружбой,
Как девушки, не знавшие любви.
Bene, vedo che cominci a prepararti!
RispondiElimina;)
RispondiEliminaA cosa, se è lecito chiedere?
RispondiEliminaCvetaeva e Achmatova, che tema interessante! Chissà perchè molti vedono soltanto una netta contrapposizione tra i due poeti (uso il maschile volutamente) e una inevitabile esclusione reciproca. Non discuto che la loro poesia sia molto diversa ma a volte mi sembra sterile metterle quasi a duello...e poi Marina Ivanovna aveva un'ammirazione sconfinata per la "Chernoknizhnica" (negromante, stregona).
Per rimanere in bilico tra arte e poesia vi consiglio invece il bel libro su Modigliani:
Amedeo Modigliani e altri scritti
2004 ed. SE
Julia
curiosona Giulia! Ti racconterò... grazie per la segnalazione di Modigliani.
RispondiEliminaLa questione di Cvetaeva e Achmatova è bella complessa. Noto solo ora leggendo intensamente Achmatova che le poesie di Cvetaeva su di lei sono in realtà tutte intessute di motivi poetici achmatoviani. Muza placha lo dice prima Achmatova, è Achmatova che inizia a disquisire sul proprio nome, è lei che si presenta come stregona...