Midnatt di Anders Zorn |
Sono molte le cose da dire sui Peredvižniki e sono molte le cose da dire su Anders Zorn, ma soprattutto sono molte le cose da dire sul rapporto Peredvižniki-Zorn. A quanto pare non sono l’unico a pensarla in questo modo, perché c’è addirittura chi ha deciso di scriverci un libro, The appraisal of Anders Zorn by Russian artists di T. D. Mukhina. Penso che sia piuttosto difficile da reperire, ma sono quasi sicuro che sia incluso nel merchandising della mostra del Nationalmuseum.
Zorn era un viaggiatore: Inghilterra, Spagna, Nordafrica, Stati Uniti, Turchia\Ungheria (in luna di miele!!) e finalmente Russia nell’estate 1897… Insomma viaggi, viaggi, viaggi… Direi che questo è già un buon inizio per accostare l’artista svedese ai Peredvižniki, che del viaggio itinerante e ambulante fanno un vero e proprio movimento artistico. Nell’estate del 1897, come detto, Anders Zorn arriva in Russia e, ospitato dall’artista Konstantin Korovin, ha la possibilità di visitare le città di Mosca e San Pietroburgo… Chissà se a un “semplice artista” svedese dell’epoca fu possibile cogliere le differenze fra le due città? Sarebbe interessante conoscere le impressioni di Zorn in merito, un esempio unico di osservazione del rapporto Mosca-San Pietroburgo con filtro scandinavo. Di sicuro Zorn entrò in contatto con gli esponenti di spicco del movimento, in particolare con Repin e Djagilev, con i quali instaurò un rapporto di amicizia destinato a durare. Ma perché tanta simpatia per Zorn? La risposta è semplice, interessi comuni. Basta osservare i temi fondamentali dell’artista svedese per comprendere il motivo dell’ammirazione dei colleghi russi. Zorn si interessa soprattutto di situazioni quotidiane e rustiche, sguardi stanchi di contadini svedesi, nudi di donne arrossate e formose, tradizioni e cultura popolare. Forse è proprio quest’ultimo tema a confermare la corrispondenza quasi perfetta Zorn-Peredvižniki dal punto di vista delle scelte artistiche.
Questa corrispondenza è la più tangibile, la più evidente; è proprio per questo motivo che camminando tra le sale di un museo si potrebbe passare tranquillamente da una tela di Zorn a una di Surikov senza accorgersi della distanza (a questo punto solo geografica) tra i due artisti. C’è un artista svedese contemporaneo a Zorn di nome Carl Larsson, che ha sicuramente avuto un successo maggiore del primo a livello mondiale, ma che non fu assolutamente (almeno così sembra) considerato dai Peredvižniki.
Julaftonen di Carl Larsson |
Alla pari di Zorn, Larsson si interessa di tradizioni popolari svedesi, anzi, secondo alcuni è l’artista stesso a gettare le basi per la cultura popolare svedese moderna. Sono celebri le stampe in cui Larsson rappresenta le case svedesi momenti di festa, come il Natale, la Festa del Solstizio d’Estate (Midsommar), offrendo contributi importanti anche a livello di gusto e design. Uno dei temi più cari a Larsson è, così come per Zorn, la famiglia: è dal piccolo di una stanza della casa che si arriva a cogliere l’anima del popolo svesese. Larsson-Zorn-Peredvižniki, Anima del popolo svedese-Anima del popolo russo, il cerchio si unisce. Perché allora non allargare gli orizzonti della ricerca ed aprire un percorso di studio Larsson-Peredvižniki? A proposito di anima svedese e anima russa a confronto, vale la pena riflettere su un ultimo dettaglio riguardante l’idea di viaggio che lega Zorn e gli artisti russi. Zorn spende un’intera vita a viaggiare, ma quando scopre di essere ammalato torna a casa, nella sua tanto amata Mora (Djagilev si recò personalmente a Mora per visitare Zorn??!!). Nasce a Mora e decide di morire a Mora, lasciando 6 milioni di dollari allo stato svedese con l’intento di dare vita ad un museo. Detto, fatto, oggi a Mora si può visitare la cosiddetta “Casa Zorn” che dopo la morte della moglie dell’artista nel 1942 è divenuta un museo a tutti gli effetti. La missione di Zorn è quella di esportare l’anima del popolo svedese nel mondo, è l’affetto che non manca mai nella sua valigia di artista ambulante. Allo stesso modo i Peredvižniki esportano l’anima russa in Russia e nel mondo, come Gli Alatori del Volga trascinano con grande fatica un’eredità preziosissima, un valigia pesantissima che lascia un solco profondo nel terreno su cui passa.
Repin, Gli alatori del Volga |
Erik Terzi
Erik ci lancia un bel filo da dipanare! Grazie.
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