"C’era un uomo con
i capelli rossi, che non aveva nè occhi nè orecchie. Non aveva neppure i
capelli, per cui dicevano che aveva i capelli rossi tanto per dire. Non
poteva parlare, perchè non aveva la bocca. Non aveva neanche il naso.
Non aveva addirittura nè braccia nè gambe. Non aveva neanche la pancia,
non aveva la schiena, non aveva la spina dorsale, non aveva le
interiora. Non aveva niente! Per cui non si capisce di chi si stia
parlando.
Meglio allora non parlarne più".
Meglio allora non parlarne più".
Questo è uno dei grandi pezzi della letteratura dell'assurdo novecentesca: Daniil Charms, Quaderno azzurro numero 10. E' una specie di striptease della persona, il grado zero dell'umano e, di conseguenza della scrittura e del linguaggio.
Ma, ecco, il giovane Dostoevskij, ispirandosi a Gogol' (e beffandosi di lui), come del resto Charms, nel Sogno dello zio fa un po' la stessa cosa e dissolve il povero vecchio principe che svanisce davanti ai nostri occhi, lasciandoci solo con un palmo di NASO...
"- Come osate, principe, insultare una nobildonna! Se io sono un
barile, be' allora voi siete un senza gambe...
- Senza gambe chi, io?
- Massì, senza gambe, sissignore, e poi anche senza denti,
caro mio, ecco quel che siete!
- E monocolo, per di più! - si mise a gridare Mar'ja
Aleksandrovna.
- Avete un bustino al posto delle vertebre! - aggiunse Natal'ja
Dmitrievna.
- La faccia tenuta sù dalle molle!
- Di capelli vostri neanche l'ombra!
- E quei baffetti poi, lo scemo, ce li ha posticci – rincalzò
Natal'ja Dmitrievna.
- Ma almeno il naso, Mar'ja Stepanovna, mi lasciate il mio!
- sbottò il principe, sbigottito da tutta quella franchezza
improvvisa..."
Qui l'originale
— Как вы смеете, князь, дворянку
бранить-с! Коли я кадушка, так вы
безногие-с...
— Да хоть нос-то оставьте
мне, Марья Степановна, настоящий! —
вскричал князь, ошеломленный такими
внезапными откровенностями. —
Nessun commento:
Posta un commento