venerdì 15 novembre 2019

La prendo larga per presentare il mio nuovo librino


Nel suo bellissimo libro sull’Etica (Bompiani, 1969), Dietrich Bonhoeffer va oltre l’etica e ne ricerca le sorgenti. Non le trova nel dovere o nella legge, ma neppure nell’ideale del Bene, perché ogni volta che l’uomo vuole aderirvi in modo incondizionato gli si rovescia addosso “qualche cosa di estraneo, di inautentico, di artificiale, di fantastico e al tempo stesso di tirannico, senza che l’uomo ne sia stato veramente toccato nel suo intimo”. La ricerca di un Bene in sé contiene il tremendo rischio di trasformarsi “un Moloch a cui si deve sacrificare la vita e la libertà”, un’astrazione priva di rapporto con la vita e fuori dalla realtà storica. E queste parole sono firmate e validate dalla morte del loro autore, protagonista della resistenza tedesca, impiccato in un campo nazista, a pochi giorni dalla fine della guerra. Come guida del proprio operare, Bonhoeffer propone invece un forte riconoscimento “dell’abbondanza delle ragioni di vivere” e un continuo discernimento della realtà: saggiare il reale di volta in volta significa non avere poi regole certe valide costantemente: “La volontà di Dio non è un sistema di norme stabilito una volta per tutte, ma è sempre nuova e diversa… Il cuore, la ragione, l’osservazione e l’esperienza devono tutti partecipare a questa ricerca”. Per questo il famoso “Non giudicate e non sarete giudicate”, non è un appello alla prudenza o indulgenza, “è invece un colpo vibrato in pieno petto all’uomo che ha la conoscenza del bene e del male”.
Ma è possibile, nel tempo e nel limite, vivere al cospetto di quella volontà di Dio? “L’uomo può vivere soltanto delle realtà ultime? E’ possibile estendere, per così dire, la fede nel tempo?”. Tutta la vita Bonhoeffer risponde a questa domanda sul legame dell’ultimo con il penultimo che costituisce la sostanza della nostra vita. Identificarli è pericoloso, superbo e folle, negare il loro legame è disperante perché: ”Non vi è nulla di penultimo in sé, nulla che possa giustificarsi da sé come penultimo; una realtà è penultima solo a partire dall’ultima”.
Questo mi è sembrato un buon modo per presentarvi il mio nuovo librino, una traduzione dai Diari di Tolstoj dei suoi ultimi 3 anni. Lev Tolstoj, Pensieri ultimi. Parole penultime. Dai Diari 1908-1910, edizioni Diabasis, collana La Ginestra (I classici dell'individualismo solidale), pp. 205, € 13.

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