Nel suo bellissimo libro sull’Etica (Bompiani, 1969), Dietrich
Bonhoeffer va oltre l’etica e ne ricerca le sorgenti. Non le trova nel
dovere o nella legge, ma neppure nell’ideale del Bene, perché ogni volta che l’uomo
vuole aderirvi in modo incondizionato gli si rovescia addosso “qualche cosa di
estraneo, di inautentico, di artificiale, di fantastico e al tempo stesso di
tirannico, senza che l’uomo ne sia stato veramente toccato nel suo intimo”. La ricerca
di un Bene in sé contiene il tremendo rischio di trasformarsi “un Moloch a cui
si deve sacrificare la vita e la libertà”, un’astrazione priva di rapporto con
la vita e fuori dalla realtà storica. E queste parole sono firmate e validate
dalla morte del loro autore, protagonista della resistenza tedesca, impiccato
in un campo nazista, a pochi giorni dalla fine della guerra. Come guida del
proprio operare, Bonhoeffer propone invece un forte riconoscimento “dell’abbondanza
delle ragioni di vivere” e un continuo discernimento della realtà: saggiare il
reale di volta in volta significa non avere poi regole certe valide
costantemente: “La volontà di Dio non è un sistema di norme stabilito una volta
per tutte, ma è sempre nuova e diversa… Il cuore, la ragione, l’osservazione e
l’esperienza devono tutti partecipare a questa ricerca”. Per questo il famoso “Non
giudicate e non sarete giudicate”, non è un appello alla prudenza o indulgenza,
“è invece un colpo vibrato in pieno petto all’uomo che ha la conoscenza del
bene e del male”.
Ma è possibile, nel tempo e nel
limite, vivere al cospetto di quella volontà di Dio? “L’uomo può vivere
soltanto delle realtà ultime? E’ possibile estendere, per così dire, la fede
nel tempo?”. Tutta la vita Bonhoeffer risponde a questa domanda sul legame dell’ultimo
con il penultimo che costituisce la sostanza della nostra vita. Identificarli è
pericoloso, superbo e folle, negare il loro legame è disperante perché: ”Non vi
è nulla di penultimo in sé, nulla che possa giustificarsi da sé come penultimo;
una realtà è penultima solo a partire dall’ultima”.
Questo mi è sembrato un buon modo
per presentarvi il mio nuovo librino, una traduzione dai Diari di Tolstoj dei
suoi ultimi 3 anni. Lev Tolstoj, Pensieri ultimi. Parole penultime. Dai Diari 1908-1910, edizioni Diabasis, collana La Ginestra (I classici dell'individualismo solidale), pp. 205, € 13.
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